Ho visto al cinema il film di Amenabar, Ipazia, dedicato alla filosofa più famosa della storia. Davvero, considero delle vere e proprie genialate del regista le inquadrature che dalla città di Alessandria si perdevano nello spazio, in orbita, a relativizzare gli eventi di quelle formiche, lì in basso, tutte prese a combattersi in nome di dèi e divinità, in nome di appartenenze, sottocategorie di appartenenze. La stessa eroina Ipazia, tutta protesa a capire i misteri dell’ellisse e delle orbite planetarie, tutta protesa ad ascoltare la pitagorea musica dell’universo, piuttosto che a sedare i rumori di folle barbare ed infeoricite che la circondavano. Un film abbastanza falso, piuttosto una bella messa in archetipo su cosa sia la ricerca filosofica, cosa il dogma, cosa la speranza, cosa la fede. Una delle frasi più significative del film è di Ipazia, che risponde ad un vescovo, altro archetipo di talebano: Voi non potete dubitare, io devo.
A proposito di fede, oggi leggo questo articolo sulla Repubblica; è significativo per capire cosa sia l’appartenenza fideistica ad un gruppo, ad un partito, ad una chiesa, cosa, per opposto, sia la filosofia:
LE NUOVE LEGGI DEL VATICANO
Chi ordina prete una donna finisce
a giudizio nei tribunali del Sant’Uffizio
Insieme all’eresia, all’apostasia e allo scisma, sarà tra i delitti più gravi. Inasprimento anche sui preti pedofili
MILANO – L’ordinazione sacerdotale delle donne, l’eresia, l’apostasia e lo scisma. Nuovi delitti del foro ecclesiastico saranno contenuti nell’aggiornamento del Delicta graviora, il documento che accompagnava il Motu proprio «Sacramentorum sanctitatis tutela», firmato nel 2001 da Giovanni Paolo II. Il nuovo documento conterrà anche procedure più restrittive sulla pedofilia. Secondo fonti informali – per ora non confermate nè smentite dal Vaticano – l’aggiornamento cui sta lavorando la Congregazione per la Dottrina della Fede e che sarà reso pubblico la settimana prossima, prevederà che coloro che conferiranno l’ordinazione sacerdotale a esponenti del sesso femminile potranno essere giudicati dai tribunali dell’ex Sant’Uffizio.
SCOMUNICA -L’ordinazione sacerdotale di donne è già proibita dal Vaticano. Il 29 maggio del 2008 l’Osservatore Romano ha pubblicato un decreto firmato dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. William Jospeh Levada, che disponeva la scomunica «latae sententiae» cioè automatica per chi ordina donne prete e per le donne che ricevano l’ordinazione. Ora, secondo le indiscrezioni raccolte, con l’aggiornamento dei Delicta graviora, l’ordinazione delle donne dovrebbe essere«elevata a delitto più grave». I delitti contro la fede più gravi contemplati dal Delicta graviora attualmente previsti sono essenzialmente tre: l’attentato contro l’eucaristia, l’attentato contro la santità della confessione e l’abuso sessuale su un minore.