” …when the machine fights the system releases signals into Alex’s brain… making him think he’s doing what our computers are actually doing. I mean, Alex believes right now he is in control. But, he’s not. It’s illusion of free will….” (il dottor Norton Dennett)
Il remake di Robocop è un autentico condensato di filosofia della mente e scienze cognitive, oltre che un’inquietante riflessione sull’indistinzione postumana fra macchina e mondo biologico. Il dottore che trasforma il poliziotto Alex Murphy in un ibrido biomeccanico si chiama Dennett Norton, un chiaro riferimento al filosofo americano Deniel Dennett. In un passaggio inequivocabile del film, mentre tecnici e medici testano le capacità dell’ibrido in modalità “offensiva”, si fa riferimento proprio alla teoria della coscienza di Dennett: Murphy crede di essere a capo del suo corpo biomeccanico, mentre ne è solo il passeggero. Un concetto che il neurochirurgo e saggista Arnaldo Benini riassume così: “innumerevoli studi di neuropsicologia, di neuroimaging e di neurologia tendono a dimostrare che la coscienza di ogni decisione è preceduta da un aumento d’attività nelle aree specifiche della corteccia celebrale. La coscienza è informata – con l’illusione di esserne artefice – quando l’evento è già in atto, a volte con un ritardo di 10 secondi. […] Non è una scelta, è un meccanismo spontaneo del cervello che anticipa la coscienza. Il sistema nervoso non agisce a comando, ma spontaneamente“
Inoltre: la teoria di Antonio Damasio riquardo l’indispensabilità alla vita umana dei bias cognitivi (Alex Murphy nel prendere decisioni “aperte” e nel percepire emozioni rallenta le sue prestazioni rispetto alle altre macchine non ibride. Per funzionare in maniera efficiente ed efficace come le altre macchine, l’essere umano deve essere diminuito) è il sottofondo dell’intero film. In ultima analisi, i bias e le collegate emozioni sono l’umanità che ancora rimane nell’ibrido, senza i quali l’indistinzione uomo-macchina sarebbe totale. In questo nulla di assolutamente nuovo, ma il tutto è raccontato in maniera visivamente incisiva.