Se ordini il libro tramite il nostro link hai diritto ad uno sconto significativo (Amazon): Gli anormali. Corso al Collège de France (1974-1975) (Universale economica. Saggi)
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Il corso universitario di Foucault raccolto in questo libro e finalmente tradotto in italiano è significativo per farsi un’idea dell’immenso lavoro di archivio e della dedizione dello studioso nella sua attività di ricerca contro-disciplinare. Anche in questo caso, come in altri suoi lavori dedicati alla follia e alla sessualità, Foucault mostra il suo talento nella decostruzione e nell’archeologia dei saperi, portando alla luce documenti storici sorprendenti e riesumando le figure storiche che li vedono come protagonisti. Ma è, oltre all’analisi, la sintesi di tali documenti, il taglio critico ad essere suggestivo, mai definitivo, abbastanza suggestivo da stimolare ulteriormente la ricerca genealogica in chi voglia seguire le orme dello studioso francese. In effetti, questo stimolo alla ricerca ulteriore era uno degli scopi principali di questi studi. Situate come sono tra “Sorvegliare e punire” (febbraio 1975) e “Storia della sessualità” (primo volume, ottobre 1976), queste lezioni contengono analisi più sviluppate di alcuni temi già affrontati dall’autore o che saranno meglio approfonditi nel suo futuro. Foucault affronta questioni quali la confessione, la repressione, la medicalizzazione della famiglia, la nascita della psichiatria, e il pervertito sessuale. Inoltre, le lezioni esplorano temi e figure che sono meno centrali o assenti in altri lavori: il “mostro”, l’incesto, il cannibalismo, la stregoneria, la possessione, e la scoperta culturale dell’ “istinto” come fondamentale per l’emersione dell’ individuo anormale. Temi che sono quasi degli abbozzi di altri suoi libri. I lettori che sono rimasti delusi del fatto che Foucault non abbia mai realizzato i volumi promessi sulla confessione, l’isteria, la coppia maltusiana e l’onanismo, si spera vengano risarciti abbondantemente in queste pagine. Articolerò questa recensione in due parti: nella prima delineerò i punti salienti di questo libro, nella seconda mi occuperò criticamente di due personaggi che emergono nelle analisi genealogiche di Foucault: il caso del presunto maniaco sessuale Charles Jouy e la sua presunta vittima, Sophie Adams. L’analisi di questo episodio è efficace non solo nel mostrare i limiti di alcune sue analisi, ma anche nel mostrarne i pregi ed i reali obiettivi.
Foucault pone le basi per la sua indagine sulla nascita storica del concetto di individuo anormale, offrendo al contempo un’ analisi del potere medico-legale della psichiatria contemporanea. All’inizio presenta due esempi di testimonianze di esperti in due casi giudiziari (1955 e 1974): suggerisce che la psichiatria criminale rappresenti una parodia del discorso scientifico, un discorso che si è affermato in parte con l’introduzione di un “doppio” psicologico e morale del soggetto giuridico, cioè il “pericoloso” o l’individuo “anormale”. Così Foucault ribadisce la tesi presentata in “Sorvegliare e punire”, e cioè che la psichiatria penale sia situata all’interno di una rete governata da regole di potere e conoscenza, in un contesto storico caratterizzato dalla diffusione capillare di discipline e tecniche normalizzanti. Quello che c’è di nuovo su questo tema, in questo lavoro, è la sua indicazione che l’episteme della psichiatria penale sia del tutto distinta da quella di alcune delle sue scienze sorelle come la psicopatologia, la psicologia e la psicoanalisi, e che il suo statuto scientifico è ancora più in questione. Forse, suggerisce implicitamente, uno scavo un po’ più storico potrà rovesciare del tutto questa pseudo-scienza? Foucault sdegnosamente si riferisce agli esperti del settore come a dei burocrati di basso grado alle prese con le loro scartoffie, come l’infimo rimasuglio della tradizione dei sovrani assoluti vili e buffoneschi, il cui potere non è mai stato compromesso dalla loro ridicolezza. Questi individui , Foucault osserva, sottolineano “l’inviolabilità, l’inevitabilità del potere, che può funzionare nel pieno del suo rigore e al punto estremo della sua razionalità anche quando è nelle mani di qualcuno che è effettivamente screditato”. In effetti, il potere non risiede nella sovranità dell’esperto, ma nelle specifiche razionalità e nei regimi di potere – conoscenza in cui funziona. Forse risiede anche in una mancanza di riflessione critica sulle condizioni storiche in cui tali forme di autorità sono sorte. L’analisi di Foucault sul presente si fonda su questo presupposto.
In questi corsi, Foucault traccia due linee genealogiche che culminano nella figura dell’individuo anormale: una storia della psichiatria e del suo ruolo sempre più potente nei giudizi medico-legali, e una storia della sessualità dalla nascita di pratiche confessionali cristiane alle ottocentesche crociate contro la masturbazione nei bambini. La prima fornisce un resoconto di come la psichiatria si colleghi con le istituzioni giuridiche, la seconda un quadro delle relazioni tra psichiatria e della famiglia. Ciò che non è così chiaro da questa ricerca è come queste due storie si intersechino con l’introduzione del concetto di individuo anomalo o pericoloso, e come la scoperta dell’istinto faciliti questo incrocio. Per la psichiatria (la cui funzione originale è stata quella di supervisionare l’igiene pubblica e di proteggere la società dalla malattia) le forme di anomalia messe a fuoco dalla diffusione di tecniche disciplinari hanno rappresentato una fonte inesauribile di interventi. Se nelle sue prime fasi la psichiatria interveniva in contesti giuridici solo nell’occasione di valutare il grado di follia in crimini particolarmente rari e mostruosi; con l’emergere dell’individuo anormale nella seconda metà del XIX secolo, il collegamento tra crimine e la follia diventa un fenomeno quotidiano. La scoperta dell’ istinto, un incontrollabile impulso naturale involontario e spontaneo, ha consentito a questi primi psichiatri di spiegare il “crimine senza ragione”, che non poteva essere spiegato facendo appello alla “logica del delirio” in genere utilizzata dai medici allora più specializzati in malattie mentali.
Al tempo stesso questi cambiamenti si stavano verificando sul fronte medico-legale, l’ anormalità è anche sessualizzata. In questo secondo affresco genealogico foucaultiano, il masturbatore adolescente, non il mostro criminale, diventa la base per l’espansione del controllo medico all’interno della famiglia nella misura in cui alla masturbazione è concesso un potere di produrre malattia. L’istinto è ora utilizzato per spiegare le tendenze sessuali, un regno senza confini di piaceri che possono facilmente “sfuggire alla norma eterosessuale ed esogamica”. Come sottolinea Foucault: “Il piacere non disciplinato dalla sessualità normale supporta l’intera serie di condotte anormali, aberranti, istintive, che sono in grado di essere psichiatrizzate”. Di conseguenza alla sessualità infantile è concesso un enorme potenziale patologico, un’idea che diventa sempre più importante nelle teorie psicoanalitiche della sessualità infantile nel tardo diciannovesimo secolo. In breve, Foucault sostiene che l’individuo anormale rappresenti una sintesi strategica di tre figure (solo due delle quali ricevono un trattamento in queste lezioni): il mostro, l’onanista e l’individuo incorreggibile, ciascuna delle quali è l’oggetto di scienze differenti e ciascuna delle quali ha una storia distinta.
Foucault conclude le sue lezioni con una dissertazione sul caso (1867) del proto maniaco sessuale Charles Jouy, un episodio che discute anche in “Storia della sessualità” (Volume 1). Proprio questa disamina può essere l’occasione per una certa critica femminista circa il valore analitico della storia della sessualità di Foucault. Come i lettori di quel lavoro possono ricordare, Foucault utilizzò il caso Jouy come un esempio della diffusione del controllo sociale sul sesso, inteso come una onnipresente e costante minaccia. Charles, un contadino quarantenne che viveva ai margini dell’economia e della società del suo villaggio francese, fu denunciato (dai genitori della vittima) per aver ottenuto favori sessuali da una bambina del villaggio, che aveva visto “accarezzare” altri ragazzi. Charles fu giuridicamente incriminato, poi venne esaminato da diversi “esperti” che non solo condussero esami psichiatrici, ma anche analizzarono la sua anatomia per scovare i segnali della sua degenerazione psichica. Due degli psichiatri pubblicarono i risultati dei loro esami. Gli esperti consigliarono l’assoluzione di Charles, ma la sua reclusione in un manicomio. Foucault mette in evidenza la banalità degli scambi sessuali, tramutati da questa scienza emergente in anomalia: “la meschinità di tutto, il fatto che la quotidianità sessuale e questi piaceri insignificanti e bucolici possano diventare… l’oggetto non solo di una intolleranza collettiva, ma di un’azione giudiziaria, di un intervento medico, di un attento esame clinico, e di una intera elaborazione teorica”. Sulla base di questa considerazione, una critica femminista (e non solo) potrebbe reagire con scetticismo e ostilità a quella che sembra essere una cieca insensibilità foucaultiana sul pericolo reale che Jouy rappresentava per la ragazza della storia. Questi scambi sessuali sono davvero insignificanti, bucolici, o “piacevoli”, per la giovane nella storia? Non potremmo invece applaudire allo sforzo (benché molto imperfetto) di una più che doverosa regolamentazione di tali piaceri “maschili”?
Il fatto che Foucault tratti ampiamente questo caso nei suoi corsi serve paradossalmente più ad alimentare che a spegnere questa controversia. Da un lato, la discussione negli Anormali è utile in quanto sottolinea la trasformazione storica da una psichiatria criminale orientata verso l’identificazione di una malattia psicologica, ad una concezione patologica, orientata verso l’identificazione di una condizione permanente, e congenita di anormalità, un arresto di sviluppo caratterizzato dall’incapacità di controllare le proprie tendenze sessuali. L’anatomia lombrosianamente “caratteristica” di Jouy significa, per gli “esperti”, un istinto sessuale permanentemente abnorme. Così in lui vediamo insieme la figura del mostro, dell’onanista e dell’individuo incorreggibile. Inoltre, il fatto che siano i genitori della bambina ad aver segnalato l’incidente (la madre trova le prove mentre è intenta a lavare il bucato della figlia) è importante nella misura in cui Foucault sta documentando l’emergere della medicalizzazione della famiglia.
D’altro canto, più Foucault racconta i dettagli del caso, più possono emergere i suoi “pregiudizi” di genere nella lettura del caso. Come sottolinea, ci sono stati due rapporti fra Jouy e Sophie Adams, non uno. Il primo comporta uno scambio di denaro per la masturbazione in compagnia di una seconda ragazza, che invece rifiuta l’offerta. Dopo questo evento, la ragazza, lasciando i campi, secondo quanto riferito, si sarebbe vantata di questo rifiuto con un contadino. Foucault degli Anormali racconta come segue: “Solo un po’ più tardi, il giorno della festa, Jouy trascina la giovane Sophie Adams (a meno che fosse Sophie Adam a trascinare Charles Jouy) nel fosso lungo la strada per Nancy. Qui, qualcosa è successo: quasi stupro, forse. In ogni caso, Jouy dà onestamente quattro soldi alla bambina che corre subito alla fiera per comprare alcune mandorle tostate”
Foucault cita gli esperti a confermare che lo scambio di denaro fra adolescenti maschi (per favori sessuali) e ragazze è stato un elemento costante del background sociale del paesino in quel momento storico. Jouy era un uomo di quarant’anni, ma un uomo che le donne adulte non potevano prendere sul serio. Foucault conclude: “Abbiamo qui una sessualità infantile di villaggio, all’aria aperta, […] che la medicina legale sta allegramente psichiatrizzando”. È interessante notare la successiva osservazione di Foucault: gli abitanti del villaggio consigliano inoltre a Sophie di essere chiusa in una casa di correzione per le sue “cattive inclinazioni”. Proprio la tendenza di Foucault a considerare gli incidenti come “irrilevanti”, insieme al suo suggerimento che Jouy fu forse vittima di Sophie, potrebbe spiegare – e anche giustificare – la puzza di maschilismo nella sua incredulità di uno stupro. Inquietante che Foucault sopprima il secondo incontro fra i due nel suo riferimento al caso nella Storia della sessualità. Certo, è possibile che Sophie non sia stata violentata, e che invece si prostituisse. Ma è anche possibile che sia stata violentata. E se siamo disturbati da tale atto, potremmo anche essere inclini a pensare che quel genere di provvedimento disciplinare sarebbe stato necessario?
Dovremmo concludere da questa insensibilità che Foucault guardi questi “piaceri bucolici” come innocenti? Esporre i meccanismi e le strategie di questa nuova forma di potere – sapere equivale a sostenere che la vita sessuale degli adolescenti fosse genuina prima di tali misure protettive e correttive? Potremmo sostenere che né Adams Sophie né Jouy avessero bisogno di protezione, educazione o guida? Jouy era innocuo? Il discorso di Foucault suggerisce che si potrebbe essere tentati di dire di sì. Ma la funzione genealogica di questo caso è quella di evidenziare una trasformazione nelle pratiche discorsive in materia di anomalia, una trasformazione che segna l’emergere di una intensificazione dell’interesse per la sessualità infantile e per i comportamenti sessuali anormali e pericolosi. La storicizzazione di Foucault non riguarda la nostra pratica attuale di essere preoccupati per la sviluppo psico-sessuale dei bambini. Fare appello alle preoccupazioni attuali circa le scelte di Sophie, circa la caratteristica del suo comportamento sessuale e personale di scambiare carezze sessuali per denaro, o di essere violentata, sarebbe mendicare delle domande che Foucault non si pone. Foucault non si sente costretto ad affrontare il destino di Sophie. Charles è la vittima nella sua storia, l’unica che abbia un reale interesse storico-critico. Ma è proprio questa incapacità di affrontare il destino della ragazza che secondo me sminuisce l’effetto critico del discorso sulle anormalità. Ma dopo tutto, l’obiettivo della genealogia non è di approvare il passato, ma di interrogare il presente. Gli Anormali descrive come le pratiche di reclusione, quelle giuridiche e medico-legali, assieme alla normalizzazione sessuale, siano state costituite all’interno di lotte per il potere scientifico e di controllo che non sono subito evidenti, né lineari né progressive, ma ci ricorda anche la necessità di una genealogia del genealogista, o dei genealogisti. Del resto, Foucault lo ha sempre sostenuto: ogni ricostruzione e ogni presunta scienza storica, non è mai neutra. La sua compresa.
Anna De Paolis
(Anna De Paolis è laureata in filosofia morale all’università La Sapienza di Roma)
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