“Così si presenta pure quale gravissima minaccia, quale pericolo terribile, la Cina che per molto tempo fu considerata, nel mondo politico ed economico, come una quantità trascurabile, quasi come un elemento comico sinché, l’anno scorso, gli avvenimenti dimostratono la serietà del pericolo che il vasto impero centrale presentava per l’Europa. Secondo l’autore dell’articolo, non è il pericolo militare quello che si deve temere dalla Cina, sibbene il pericolo economico, precisamente come la malattia deve impensierire più dell’assassinio. Ciò che deve far pensare non è il timore di una aggressione a mano armata da parte della Cina, ma la condizione in cui si troverà l’Europa quando, oltre la lotta militare e la lotta per vecchia questioni continentali, aggravate dalle questioni coloniali, dovrà affrontare la lotta economica, con forze sparse o male organizzate, contro concorrenti sempre più numerosi, freschi, meglio forniti di macchinari, meglio organizzati. Si adatterà l’operaio americano, l’operaio europeo ad una diminuizione di salario, affinché l’industria di queste due parti possa competere coi Cinesi invadenti già ogni campo di produzione, dallo zucchero agli zolfanelli? Europei ed americani dovranno ogni giorno più faticare e stentare per guadagnare sempre meno. Tale secondo il D’Estournelles è la formula alla quale non si potrà sfuggire.”
Tratto da “Il pericolo giallo“, articolo pubblicato in <<La lettura>>, rivista mensile del Corriere della sera, maggio 1901