Come individui, ciascuno di noi a volte preferisce sottoporsi a dolori o sacrifici per ottenere un beneficio maggiore o per evitare un danno maggiore […] Perché non sostenere, analogamente, che qualche persona deve fare sacrifici dai quali altre persone trarranno vantaggi maggiori, per amore del bene sociale complessivo? Ma un’entità sociale il cui bene sopporti qualche sacrificio per il proprio bene, non esiste. Ci sono solo individui, individui differenti, con le loro vite individuali. Usando uno di questi individui per il vantaggio di altri, si usa lui e si giova agli altri e basta. Che cosa succede? Che gli vien fatto qualcosa a profitto di altri. Ciò è nascosto sotto il discorso del bene sociale complessivo (Robert Nozick, Anarchia, Stato e Utopia)
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Un’opera fondamentale nel dibattito politico e filosofico contemporaneo è quella di Robert Nozick, Anarchia, stato e utopia. Questo libro, uscito nel 1974, si presenta come una critica libertaria e anarco capitalista della teoria della giustizia di John Rawls, edita tre anni prima, e sviluppa sue linee originali anche rispetto ai liberisti europei della scuola austriaca. Paradossalmente, i due rivali muoiono nello stesso anno, il 2002, dopo uno scontro durato quasi trent’anni. Per Nozick, la giustizia distributiva è incompatibile con i diritti degli individui. Dividerò il mio intervento in due parti: nella prima parte riassumerò brevemente i capisaldi del libro, nella seconda avanzerò alcune critiche essenziali al suo lavoro.